#26N Ancora uniti per il Messico

Jorge Harmodio ha cominciato cosi’, leggendo i quotidiani e facendo un semplice tweet per ogni persona di cui veniva segnalata la morte. Poche parole, 140 caratteri: il nome, l’età, le circostanze della morte. La prima settimana del suo volontariato, ci dice, leggeva i giornali per sei ore al giorno e aveva contato 400 morti. 400? In una settimana?
32400 tweet dopo, l’account @menosdias, attivo dal settembre del 2010, non smette di leggere, scrivere, di ricalcare gli esempi tristemente noti dei conflitti bellici, come l’Iraq. “Ma gli altri sono conflitti riconosciuti”, ci dice Jorge, “da noi questa guerra viene nascosta sotto l’accettazione di un livello di violenza per alcuni ancora considerato tollerabile”. Spera che questa volta la sparizione dei 43 studenti sia la scintilla che riaccende la società civile e che mobilita finalmente tutti. E noi lo speriamo con lui.Con la comunità messicana “expat” impegnata per la pace, Libera Francia aveva già partecipato a delle manifestazioni nel 2012. La conta dei morti poeticamente rappresentata con una scritta di candele sul Parvis des Droits de l’Homme. Un migliaio di lettere vuote per l’allora presidente Calderon spedite simbolicamente dalle vittime. Questi i gesti semplici ed efficaci con cui la comunità messicana ci ha spinto a interessarci alla loro situazione.

La serata passa velocemente, noi prendiamo appunti, lui prende appunti quando parliamo dell’antimafia italiana.

Roberto Bolano ha scritto che la situazione messicana, cosi’ indefinita nella sua commistione di capitalismo, corruzione, debolezza delle istituzioni, non è che il futuro che ci attende tutti.

Ha ragione, probabilmente. Ma sta a tutti noi impegnarci per scrivere un altro finale a questa storia.

Piccola bibliografia di Jorge per approfondire:

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